Belvedere Marittimo ..."Città dell'Amore"

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Le Origini di Belvedere Marittimo

Belvedere fu dichiarata città il 25 ottobre 1488 con lettera regale del re Ferdinando d’Aragona e poi dall’imperatore Carlo V il 7 ottobre 1573, e fu autorizzata all’uso di Gonfalone e a fregiarsi di stemma dal re Vittorio Emanuele III il 9 ottobre 1930. Il primo documento scritto in cui compare il nome di Belvedere è dell’ XI sec. la cui denominazione esatta era “Bellumvidere” latinizzata in “Belvederium”. Alcuni reperti, ritrovati a fine ‘800 nei pressi del fiume Soleo testimoniano la presenza di una popolazione preistorica a Belvedere nell’età del bronzo medio (X-XI sec. a.C.).
Nel 1198, dopo la caduta del Regno Normanno, Belvedere rientrava nel nuovo Regno  di Carlo d’Angiò; l’anno 1289 vide Belvedere coinvolta nella contesa tra Angioini e Aragonesi dove quest’ultimi, nel 1490, riuscivano a conquistare definitivamente il territorio.
Belvedere ha dato i natali al condottiero Cecco Pisani, che partecipò alla battaglia di Lepanto contro i turchi nel 1571; a Giuseppe Mistorni, capitano di una spedizione garibaldina. La “Tassatio Angioina” è un importante documento storico redatto nel 1276 che testimonia la nascita di Daniele Fasanella, santo protettore e patrono di Belvedere morto a Ceuta nel 1277.
BELVEDERE MARITTIMO, cittadina dell'Alto Tirreno cosentino.
Ha una estensione di 37, 22 kmq e poco più di diecimila abitanti. Immersa nella suggestiva costa denominata “Riviera dei cedri”, con le sue vaste montagne rientra nel Parco Nazionale del Pollino. Il territorio, ricco di contrade, confina a Ponente con il Mar Tirreno. Belvedere risulta essere meta ambita di turisti, specie nel periodo estivo: l’area urbanizzata costiera, che ha avuto grande sviluppo dagli anni ’50 in poi,  si estende per circa 10 Km, da Calabaia a S.Litterata, in un incanto di bellezze naturali, centro balneare di notevole ricettività. Fino agli anni ’60, la fascia costiera era caratterizzata anche da un alto numero di “sculture naturali”, costituiti da rialzi argillosi, unici in Italia, denominati “calanchi” (oggi, ve ne sono rimasti solo alcuni dietro la costa della frazione S.Litterata e ne esiste uno detto “solitario” che si può ammirare percorrendo la superstrada tirrenica).
Nella zona collinare domina il centro storico con tutte le sue case attaccate l’una all’altra, le piazzette caratteristiche e le chiese: passeggiando per i vicoli scorgono le famose quattro “Porte Principali”: la Porta di Mare (ad Ovest del centro abitato), la Porta degli Orti a Sud-Ovest,  La Porta del Praio o Fosso (ad Est) e la Porta di Piazza. Risalendo, affiora come d’incanto il Castello, simbolo della “Belvedere Medievale”, tra i più importanti esempi di architettura militare in Calabria. Il suo modello plastico è riprodotto ne “L’ Italia in miniatura” di Rimini.
Gran parte della storia di Belvedere è nelle chiese, di notevole pregio artistico: come quella di Santa Maria del Popolo e Santi Giacomo e Nicola, la chiesetta del Rosario e di Santa Lucia, la chiesa del Crocifisso. Non molto distate dal centro storico è situato il Convento di San Daniele Fasanella, costruito nell’anno 1595: al suo interno sono conservati beni storici come gli altari in stile barocco, vetrate e dipinti di manifattura sei-settecentesca e le reliquie di Santa Beatrice e San Valentino, il santo degli innamorati: da qui la definizione “Belvedere paese dell’amore”. Qui compì il suo noviziato il Beato Angelo d’Acri.

La storia di Belvedere rivive anche nelle sue torri: tra il XVI e XVII secolo ne vennero edificate quattro per segnalare eventuali assalti pirateschi provenienti dal mare, molto frequenti in quel periodo: la Torre del “Tirone” (in località Marina) e la Torre di “Paolo Emilio” (in contrada Rocca) ancora in buone condizioni statiche e conservative; la Torre “di Santa Letterata, sita nella contrada omonima (ad oggi si presenta come uno spuntone di conglomerati tenuti insieme da malta cementizia) e il Torrione di contrada Olivella.
Belvedere festeggia San Daniele, suo concittadino e patrono ad Ottobre, nei giorni che vanno dal 13 al 20: tante le iniziative religiose e civili in onore del Martire Daniele in questo periodo. Il santo viene onorato non solo in Calabria ma anche in Friuli e in alcune province della Sardegna. Fuori dalla Penisola il Santo viene celebrato a Ceuta, enclave spagnola situata in territorio marocchino (luogo del martirio del Santo e i suoi compagni e a Buenos Aires, in Argentina, dal 13/12/1987 dove una comunità di belvederesi festeggia il Santo Patrono.
Molto seguite, dai locali e turisti sono le manifestazioni legate al periodo quaresimale ricche di canti,  suoni provenienti da alcuni “strumenti musicali e popolari”.
Grande tradizione riveste anche il dialetto belvederese che affonda le proprie radici nella lingua latina (fonte principale), nel greco (con termini legati all’agricoltura), nell’arabo (per la terminologia commerciale) nella lingua francese e spagnola ed è definito dal famoso glottologo G. Rohlfs “un’ isola linguistica”, perchè si distingue, per la pronuncia, da tutti i dialetti calabresi.

www.comune.belvedere-marittimo.cs.it